venerdì 18 ottobre 2013

RECENSIONI IN PILLOLE DI PAOLO ARTIOLI - GRAVITY




Film d'apertura dell'ultima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, Gravity segna il ritorno del messicano Alfonso Cuaron dietro la macchina da presa dopo I figli degli uomini.

La dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock), alla sua prima missione nello spazio, si trova coinvolta insieme all'esperto Matt Kovalsky (George Clooney) in una catastrofe. Lo shuttle in cui viaggiano viene completamente distrutto da una tempesta di detriti e i due cominciano a fluttuare nello spazio, con le riserve di ossigeno che si stanno esaurendo. Nella solitudine e nel silenzio dovranno affrontare le proprie paure e trovare un modo per sopravvivere...

Cuaron, per l'occasione, punta soprattutto sull'aspetto stilistico per affascinare il suo pubblico: lunghi piani sequenza alternati a soggettive realizzate con una tecnica sopraffina e un uso del 3D finalmente non fine a se stesso. A livello tematico il film non dice nulla di nuovo, mutuando molti dei temi canonici del filone sci-fi, come la solitudine schiacciante, la difficoltà nel trovarsi in un luogo alieno e la speranza che si contrappone alla tendenza ad arrendersi. Il personaggio interpretato da Sandra Bullock, una novella Ripley (Alien) quanto a costituzione androgina, aggiunge un qualcosa di personale al film, specialmente per il suo passato doloroso.

Gravity è un buonissimo prodotto di intrattenimento che segna un'evoluzione nel genere soprattutto dal punto di vista della realizzazione tecnica. Non siamo dalle parti di 2001: odissea nello spazio, ovviamente, ma questa pellicola si segnala come una delle più valide degli ultimi anni in ambito sci-fi, insieme a Moon di Duncan Jones.   


venerdì 4 ottobre 2013

RECENSIONI IN PILLOLE DI PAOLO ARTIOLI - LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO


Classico del cinema gotico italiano, La casa dalle finestre che ridono è diventato con il passare degli anni un vero e proprio film cult, soprattutto per gli appassionati del genere horror. Scritto a otto mani da Pupi Avati con il fratello Antonio, Gianni Cavina (collaboratore storico e attore feticcio) e niente meno che Maurizio Costanzo, racconta la realtà rurale del ferrarese come teatro di una serie di intrighi e misteri intorno alla figura di un pittore maledetto e a quella delle sue sorelle sanguinarie. Il film di Avati, grazie alle sue atmosfere lovecraftiane e alla costruzione progressiva della suspense, è il classico esempio di low budget che supplisce alle carenze economiche con uno straordinario utilizzo delle idee e della scrittura. Il finale, poi, è veramente sorprendente.
Consigliatissimo!

Paolo Artioli 

venerdì 20 settembre 2013

PAOLO ARTIOLI CONSIGLIA I FILM PER IL WEEKEND

Fine settimana abbastanza ricco quello che si prospetta nelle sale. Il film forse più atteso è Rush, nuova fatica di Ron Howard sulla rivalità tra due assi dell'automobilismo come Niki Lauda (Daniel Brühl) e James Hunt (Chris Hemsworth). La storia sembra convincente e in rete le critiche sono tutto sommato positive: potrebbe essere una scelta di comodo per puntare sul sicuro. Accanto a questo prodotto mainstream, segnaliamo tre film più indicati per i palati dei cinefili: The Grandmaster, il ritorno del grande Wong Kar-wai con un'opera insolita, che fonde le atmosfere tipiche del suo cinema al genere delle arti marziali; Sacro GRA, il documentario vincitore dell'ultima Mostra di Venezia e Via Castellana Bandiera di Emma Dante, reduce da una discreta accoglienza al Festival lagunare.

PAOLO ARTIOLI

mercoledì 11 settembre 2013

RECENSIONI IN PILLOLE DI PAOLO ARTIOLI - LE PALUDI DELLA MORTE



A dieci anni da Morning, Ami Canaan Mann, figlia d'arte, torna alla regia con un film che parte da una storia vera per dipanare una serie di intrighi in una piccola cittadina del Texas. A metà tra "serial" thriller e cinema di matrice indipendente, Le paludi della morte avrebbe tutti gli elementi per catturare lo spettatore: una storia interessante e piena di suspense, un cast di tutto rispetto e una regia pulita e solida. Ciononostante il film non si erge dalla mediocrità nella quale vien presto relegato. Scritta male, con una serie di personaggi deboli (su tutti quello affidato a Jessica Chastain) e soprattutto piatta e banale, la nuova pellicola della figlia di Michael Mann non colpisce e fallisce miseramente il suo obiettivo. Le orme del padre sono ancora ben lontane...

Paolo Artioli

lunedì 2 settembre 2013

RECENSIONI IN PILLOLE DI PAOLO ARTIOLI - HESHER E' STATO QUI



Joseph Gordon-Levitt si sta ritagliando uno spazio sempre più consistente all'interno del panorama indie e mainstream hollywoodiano. Hesher è stato qui è il classico prodotto indipendente, voluto fortemente da Natalie Portman, nelle vesti non soltanto di interprete ma anche di produttrice. Il film parte da un tema molto comune, come quello dell'elaborazione del lutto, che viene declinato però in maniera insolita. Il protagonista della storia, un liceale che si ritrova ad affrontare da solo la dolorosa morte della madre, fa un incontro che gli cambia definitivamente la vita. Hesher, personaggio che rifiuta le convenzioni sociali, riuscirà, pur nelle sue stranezze e nei suoi modi rudi, a far svoltare la vita del ragazzo e, soprattutto, quella del padre. Hesher è stato qui vive quasi esclusivamente sul personaggio interpretato da Levitt, unico elemento atipico di questo dramedy tutto sommato convenzionale. Divertente, eccessivo, assurdo... nessuna parola può descrivere il suo modo di fare ed essere. Hesher darà vita a una serie di sequenze spassose, che sono il sale di questa commedia rock, che si dipana sulle note di Metallica e Motorhead, consigliata soprattutto agli amanti dei film eccentrici.

Paolo Artioli 


giovedì 22 agosto 2013

RECENSIONI IN PILLOLE DI PAOLO ARTIOLI - LA GRANDE BELLEZZA


Atteso come La dolce vita del nuovo millennio, La grande bellezza era in assoluto il prodotto di punta di questa stagione cinematografica e il film della consacrazione per Paolo Sorrentino, uno dei registi più importanti a livello nazionale e internazionale. L'idea di descrivere Roma e il degrado dei nostri tempi attraverso un personaggio eccentrico, interpretato da uno straordinario Toni Servillo, alla fine, nonostante le numerose critiche ricevute oltralpe, si rivela non solo azzeccata ma geniale. La grande bellezza è un film importante, girato in maniera impeccabile (con piani sequenza da togliere il fiato) e dall'alto valore estetico. Forse in alcuni punti magniloquente, testimonia le grandi capacità del regista partenopeo, forse uno dei pochi in Italia, ad avere ancora qualcosa da dire e da rappresentare. Consigliatissimo!

Paolo Artioli

martedì 20 agosto 2013

RECENSIONI IN PILLOLE DI PAOLO ARTIOLI - MONSTERS UNIVERSITY (ANTEPRIMA)




Insieme allo Studio Ghibli di Hayao Miyazaki, la Pixar rappresenta il punto di riferimento assoluto per la produzione di film d'animazione destinati a tutti, grandi e piccini.
Monsters University si portava dietro due pesi non indifferenti: da una parte il paragone con l'originale Monsters & CO, uno dei prodotti di punta della factory di Lasseter e dall'altra la necessità di invertire la rotta dopo una serie di film non all'altezza dei grandi capolavori del passato (stiamo parlando di Ribelle - The Brave e di Cars 2). In linea di massima possiamo affermare che il risultato è raggiunto a metà: la nuova pellicola Pixar infatti non tradisce lo spirito dell'originale e costruisce un intreccio funzionale e ben congegnato, con una serie di nuovi personaggi destinati a entrare nell'immaginario dei più piccoli. Ciononostante Monsters University rimane parzialmente in superficie e non riesce a fornire quella profondità di tematiche che ritroviamo nel substrato dei veri capolavori della factory disneyana, ovvero Wall-e, Up e Toy Story 3. Insomma, un film promosso con riserve.

Paolo Artioli